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giovedì 29 ottobre 2015

Ma perché mia figlia fa così?

Amo, adoro Emma, darei la vita per lei e bla bla bla. Ogni tanto, però, non la sopporto. E mi chiedo se tutti i bambini, o almeno tutti i bambini di 3 anni, si comportino come lei.

Ricordo il titolo di un libro che aveva mio padre (che per anni ci ha riempito casa di pappagalli) che mi faceva morire dal ridere: "Perché il mio pappagallo fa così?". Davvero, ripensandoci ancora mi sbellico. Titolo geniale.

E allora perché non declinarlo al mammesco? In fondo un'Ara Ararauna come quella in copertina (che noi avevamo) ha l'intelligenza di un bambino di 3 anni. E in alcuni casi anche la stazza. E come un bambino, è in grado di farsi adorare e odiare contemporaneamente. Solo che urla più forte (no, lo dico per chi stesse pensando "Vabbè ma allora che lo faccio a fare un bambino? Mi prendo un pappagallo").

Quindi lo chiedo a voi, mamme più esperte, pediatri o psico-cosi che state leggendo questo post: perché mia figlia fa così?

Perché si distrae continuamente durante i pasti?

Perché?! Ha fame, e so che ha fame perché passa almeno un'ora prima del pasto a ripetermelo e a mettermi fretta, e si fionda sul piatto ancora fumane scottandosi OGNI VOLTA. E allora perché dopo il primo boccone comincia a chiacchierare, giocherellare con le posate, guardarsi intorno, parlare di massimi sistemi e a fare di tutto tranne che passare al prossimo dannatissimo boccone? Ormai passo ogni pasto a ripetere ritmicamente, con voce atona e senza nemmeno guardarla "Mangia. Mangia. Emma mangia. Mangia. Mangia. Mangia Emma. Emma, mangia. Mangia" in un loop continuo che stavo seriamente pensando di registrare e riprodurre con l'iPhone durante le cene per non perdere la voce ogni volta.

Perché non vuole andare all'asilo?

Le piace il suo asilo, adora andare alla materna. La maestra mi racconta che è la sua cocchina, è l'idolo della classe, è la più brava, la più ordinata, la più amata e coccolata dai compagni. Quando vado a prenderla la trovo felice ed entusiasta, quando incontro i suoi compagni al parchetto la salutano come fosse una VIP, quando si scomoda a raccontarmi cosa ha fatto all'asilo lo fa con gioia ed eccitazione. Ma non ci sono ca**i: quando arriviamo davanti alla porta della classe, mi si avvinghia a una gamba e me la devono letteralmente strappare di dosso. Dopo un anno di nido e uno di materna, pensavo che al suo terzo anno avesse capito che nonostante le rimostranze non potrei mai cedere e riportarla a casa. E soprattutto pensavo avesse capito che l'asilo è un posto fantastico in cui le piace stare e che la sua scenata mattutina non ha nessun senso. Perché lo fa, perché?!

Perché non vuole farsi tagliare le unghie?

Io capisco il terrore dei parrucchieri: le ranzate a cui l'abbiamo sottoposta da piccola potrebbero averla un tantino traumatizzata (ma leggendo uno dei prossimi perché, quello sull'acqua, capirete perché lo abbiamo fatto). Ma le unghie... cosa c'è di così traumatico nel farsi tagliare le unghie?! Ho provato a dirle che anche il povero tronchesino deve nutrirsi, ho creato la famiglia dei tronchesini, ho dato loro un nome e delle personalità. Lei ci ha fatto anche amicizia, per carità, ma quando è il momento, il terrore la pervade. E come se non bastasse dopo la "tortura" se ne va in giro con le dita paralizzate giurando di sentire dolori lancinanti e pregando il papino di incerottargliele tutte. Ma perché?!


Perché è così lenta?

Come tanti bambini, anche Emma è incredibilmente, inumanamente, fastidiosamente lenta. È lenta a prepararsi per uscire, è lenta a camminare, è lenta a scendere e salire dal seggiolino auto, è lenta a scegliere il pupazzo da portare all'asilo, è lenta a mangiare, è lenta a decidere, è lenta a vestirsi. E io da milanese imbruttita quale ammetto di essere vado fuori dai gangheri. Anche Marito non scherza. Mentre lei cammina leeeeeentaaaaamente verso di lui fermandosi ad annusare fiorellini o perdendosi con lo sguardo all'orizzonte, a volte mi sembra di vedere chiaramente del fumo uscirgli dalle orecchie. Peccato che poi, Emma sia la prima a non avere pazienza. E qui si passa al prossimo perché.


Perché non ha pazienza?

Se mi fermo davanti a un semaforo rosso comincia a incalzarmi: "Allora? Perché non vai? Parti, parti, PARTI!"; quando Marito prepara la cena lo fa con lei attaccata alle sue ginocchia che ripete a macchinetta "È pronto? Allora? Si mangia? E adesso si mangia? Quando si mangia? Cosa si mangia? Mangiamo? E adesso?"; quando l'aria comincia a rinfrescare, a fine settembre, Emma attacca col Natale: "Quando è Natale? Ora è Natale? E ora? Quando scriviamo la letterina?"; quando facciamo un viaggio con lei calcoliamo al minuto l'orario del suo pisolino per evitare di passare 4 ore e mezza con una vocina nell'orecchio che chiede "Siamo arrivati? E adesso? E adesso?!"; quando uno spot interrompe un cartone animato che sta seguendo apriti cielo; quando la portiamo al cinema e siamo costretti a sorbirci i classici 40 minuti di trailer e pubblicità prima del film vorremmo morire. Insomma, se è la prima a prendere la vita con calma, perché pretende che però la vita le debba puntualità e tempi strettissimi?!


Perché ha il terrore dell'acqua in testa?

Cioè... perché potrebbe sguazzare in mare o in piscina per ore finché la pelle non le si raggrinzisce ma se una goccia le sfiora i capelli salta fuori dall'acqua urlando come se fosse stata morsa da uno squalo? Perché a 3 anni suonati urla ancora di terrore durante ogni dannatissima doccia, pregando il genitore che non è con lei sotto l'acqua di venire a salvarla? Perché fino a UN SECONDO PRIMA di entrare nella doccia sembra assolutamente convinta, quasi felice di farla, ma quando varca quella porta di vetro mette in scena un dramma sempre uguale, al quale però non riusciremo ad abituarci mai? Le abbiamo provate tutte: ho provato a optare per il bagno, ho provato a versarle delicatamente l'acqua in testa con un bicchiere, ho provato con le visiere para-shampoo che non le facevano scendere l'acqua sugli occhi, ho provato con le buone, con le cattive, con il buon esempio di bambini coetanei, con i giochi da bagno, con vomitevoli racconti di mostricciattoli che le abitavano la testa che solo uno shampoo avrebbe potuto eliminare. Niente, non c'è niente da fare.


Perché non ci lascia parlare tra di noi?

Che lei sia una chiacchierona è appurato, e mi fa anche piacere perché essendo io una persona piuttosto silenziosa, un marito e una figlia logorroici mi sono anche utili per garantire un audio alle nostre giornate. Però, ecco, le poche volte che mi decido a dire qualcosa a Marito, soprattutto durante i viaggi in auto, Emma comincia a parlare. A meno che non stia dormendo, non c'è modo di fare quattro chiacchiere tra noi. L'unica è isolarci, chiudendoci in bagno. L'ultima volta che siamo riusciti a farci una lunga chiacchierata è stato quando l'abbiamo mollata ai nonni e ci siamo rifugiati sul Resegone. Beh certo, a un certo punto è stato il fiatone a bloccarci ma vabbè. Abbiamo cercato di spiegarle che quando le persone parlano, se vuole intervenire deve almeno chiedere il permesso, ma il risultato è che ora veniamo semplicemente interrotti da continui "Posso parlare? Allora posso? E adesso? Vi ho chiesto se posso parlare... avete detto che se chiedo poi posso. Allora posso parlare? Eh? Eh? Eh?". Il bello è che quando, sull'orlo di una crisi di nervi, urlo "EMMA BASTAAAAA!!! OK, ok adesso puoi parlare, contenta? Sarai contenta spero! Bene, parla, sentiamo cosa volevi dirci di tanto importante, SENTIAMO, DAI!" lei mi asfalta con un "Volevo dirti che ti voglio tanto bene".


Ma soprattutto perché nonostante questo riesco a volerle così bene?


Ok non mi aspetto che rispondiate ai miei perché. Qualcosa per me potete farla però. Potreste dirmi "Anche il mio fa così" e rendermi tanto, tanto felice.

7 commenti:

  1. no, non risponderò ai tuoi perchè. ti dirò solo che alcune cose non si limitano ai 3 anni.
    e poi, non sono così sicura che un'Ara Ararauna urli più forte dei miei figli.
    comunque condivido ogni paragrafo di questo post.

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    1. Anche la mia ha fatto così!
      Nonna P.

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    2. Mamma non è affatto vero! Se fossi stata così rompibalones non avreste avuto i miei fratelli.

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  2. ANCHE IL MIO FA' COSI'. SONO ANNI CHE SEGUO IL TUO BLOG, CARA SIMONA. I NOSTRI FIGLI SONO DUE GOCCE DI ACQUA, DEVI CREDERMI, IDENTICI. E ANCHE IO COME MAMMA SONO SUFFICIENTEMENTE DEGENERE... E' LA PRIMA VOLTA CHE TI SCRIVO. E' LA SOLIDARIETA' CHE MI HA MOSSA.
    NE APPROFITTO PER DIRTI CHE TROVO CHE TU SIA DAVVERO UNA BRAVA SCRITTRICE. SEI ORIGINALE E SOPRATTUTTO SI SENTE CHE HAI QUALCOSA DA DIRE.
    E' UN PIACERE LEGGERTI. SONO CERTA CHE HAI UN ROMANZO IN TESTA CHE VORRESTI SCRIVERE... ANCH'IO C'è QUALCOSA CHE AVREI VOLUTO ANCORA FARE CHE RICHIEDEREBBE TEMPO SILENZIO E PACE INTERIORE... MA AVREI DOVUTO FARLO PRIMA DI METTERE AL MONDO QUEL PICCOLO IMPERATIVO CHE SI DIVERTE A TOGLIERMI OGNI ENERGIA FISICA E MENTALE. NATURALMENTE LO AMO DA MATTI. CIAO UN ABBRACCIO, SPERO DI NON ESSERE STATA INVADENTE CON LE MIE ILLAZIONI...DANIELA (ROMA)

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    1. Ciao Daniela, grazie per avermi scritto! Sì, il libro c'è ed è in lavorazione ma come dici tu, con una bimba in giro e il lavoro è difficile stargli dietro... Prima o poi arriverà.
      Mi fa piacere sapere che esistono madri degeneri come me e bambini come Emma, significa che non sono sola! A presto e grazie ancora per il commento!
      ciao

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  3. Che brava! allora stai scrivendo! sei un eroe ai miei occhi.
    a questo punto mi lancio in un altra ipotesi: scommetterei che nonostante la tua notevole verve comica, il libro (se è una storia) è "drammatico".
    ora torno al mio lavoro che non è la stregoneria ma la regia. ciao e auguri,
    n.b. spero di poter scoprire presto se ho perso la scommessa. Daniela

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  4. errata corrige: non riesco a comprendere come mai nel primo commento è uscito un apostrofo su "fa" terza persona del verbo fare... serve precisarlo altrimenti che valore potresti mai dare ai miei commenti positivi sulla tua capacità di scrittrice? un sorriso

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