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venerdì 12 ottobre 2012

Pelata ma riposata: il co-sleeping violento

Bisogna sempre saper trovare il lato positivo nelle cose, o la vita rischia di trasformarsi in un susseguirsi di "Ma perché proprio a me?". Ecco io non sono il tipo. Se mi perdo dico "Beh, almeno ho scoperto un posto nuovo!", se mi ammalo dico "Ooh, finalmente un'occasione per starmene spaparanzata sul divano", se trovo traffico ne approfitto per truccarmi e se la metro si blocca mi metto comoda e finisco il mio libro.

Ecco non sono una da tragedia greca. Piango solo se necessario, faccio spallucce e se ho ancora una bocca per farlo ci rido su. Chi non mi conosce pensa che io sia una donna fortunata ("Oh, quella non si lamenta mai... ha tutte le fortune 'sta stronza"), chi mi conosce sa bene che fortunata non sono ma che alla domanda "Come va?" risponderò sempre e comunque "Bene, grazie" (che, nel caso le cose vadano proprio di merda, può diventare al massimo un "Eh... benino dai, c'è di peggio").

Comunque tutto questo per dire che anche se presto con ogni probabilità diventerò più pelata di Bisio, almeno posso svegliarmi riposata! No non pensate a chemioterapie o altre atrocità, per carità... E' la Gnoma. E' sempre colpa della Gnoma.

Da qualche giorno l'abbiamo spostata nel suo lettino betulla-Ikea che, finché Marito non sarà psicologicamente pronto, rimarrà per un pò nella nostra camera, accanto al letto. Prima la Gnoma dormiva in un lettino da campeggio che aveva un grande vantaggio: quando lei piangeva poteva essere scosso allungando una mano dal letto e l'effetto cullante calmava quasi subito la Gnoma, che si riaddormentava rassicurata. Ora provate voi a scuotere un lettino in legno con tanto di materasso-anti-soffoco-triplo-strato e bimba di 7kg dentro! Non ce la fate? Ecco, appunto.

Quindi l'unica soluzione ai risvegli notturni di Emma (solitamente uno a notte, verso le 4.30) è afferrare la frugoletta, portarla nel lettone, sistemarla nello spazio tra i nostri due cuscini, attendere che si riaddormenti e poi rimetterla nel lettino.

Solo che la bastarda si è inventata un rituale pre-nanna tutto suo: poggiata in mezzo a noi si dirige immediatamente verso la sottoscritta, mi tira un paio di calci ben assestati nella schiena per farmi voltare e poi si avvinghia come un koala ai miei capelli, tirandoli e strappandoli con amorevole cura fino ad addormentarsi. Oh, funziona. Dopo qualche minuto crolla stecchita e può essere rimessa nel suo lettino.

E così, come da titolo, io mi risveglio sempre più pelata ma sempre più riposata. Per fortuna che, come amano ripetere tutti i parrucchieri che incontro, io ho un sacco di capelli. Tanti capelli=tante notti di sonno. Guardaillatopositivo guardaillatopositivo guardaillatopositivo...


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