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giovedì 14 giugno 2012

Di tette, moda, fisica e commesse (PARTE II)

L'altro giorno vi raccontavo delle mie (e non solo) difficoltà a trovare vestiti che prevedano un reggiseno. Ieri mi si è presentato un altro grande problema di chi ha un décolleté un po' più abbondante di quello di una modella semi-anoressica di intimo: l'acquisto di un bikini.

In questi giorni sto lavorando dalla casa al mare della famiglia di Marito, il che ha i suoi lati negativi (l'irritante lentezza della connessione internet tramite chiavetta) e i suoi lati più-che-positivi (i bagni di sole in spiaggia in pausa pranzo). Causa gravidanza+allattamento, ho ovviamente dovuto comprare un paio di bikini nuovi a tempo determinato (immagino che la prossima estate mi vedrà con "due orecchie da cocker al posto delle tette" come ha scritto una mia lettrice in un commento).

Prima di partire ho comprato un carissimo bikini composto da brasiliana e push-up che però, ho scoperto troppo tardi, ha un difetto: l'effetto push-up è talmente esagerato che se mi piego leggermente, mi giro, mi alzo... insomma, se OSO MUOVERMI mi esce tutto. Davvero scomodo, soprattutto se in spiaggia devi badare anche a una gnometta iperattiva.

E così ieri mi sono auto-convinta a spendere un'altra saraccata di euro per un bikini a tempo determinato, rinunciando al push-up e preferendogli un modello morbido, annodabile sul davanti e più contenitivo. Una simpatica commessa dal marcato accento romagnolo mi ha accolto in un negozio Calzedonia di Cesenatico. Io le ho indicato l'UNICO modello di bikini tra i 150 disponibili che prevedesse un paio di tette e lei ha approvato la mia scelta: "Sci in effetti è l'unico che va bene sce hai le tette!" ha dichiarato annuendo (immaginatevi l'accento romagnolo).

"Che taglia porti? Una sceconda? Scei magretta!" mi ha chiesto scannerizzandomi. "Ehm... no. Facciamo una quarta sopra e una terza sotto" ho risposto abbassando il più possibile il tono. "Ma va là va là prova la sceconda!" ha urlato di rimando lei. Mi ci è voluto un po' a convincerla, ma alla fine sono riuscita a entrare in camerino con le taglie da me richieste (sia benedetto chi ha inventato i bikini componibili).

Poco dopo, mezza nuda in camerino, cercavo di capire come diavolo si allacciasse quel pezzo di stoffa che doveva teoricamente rappresentare un reggiseno, quando improvvisamente l'invadente commessa ha spalancato la tendina e, senza tante cerimonie, mi ha chiesto come andasse. "Non l'ho ancora indossato, le faccio sapere" ho detto imbarazzata lottando con le sue mani per richiudere la tendina e notando con orrore che il marito di un'altra cliente poteva contare con assoluta precisione il numero di nei sulla mia pancia. 

Indossato il complicato bikini, mi sono resa conto che il rischio di "fuoriuscita" persisteva e ho chiamato la commessa per chiederle di portarmi una quinta. "Ma va là va là che va beniscimo anche la quarta!" mi fa lei spalancando le tendine (ari-daje...). "No, davvero, qui esce tutto, starei più tranquilla con una taglia in più" ho insistito io. Convincerla a portarmi una cazzo-di-quinta è stata durissima. Lei insisteva che fosse più scecsi portare un costume di una taglia in meno che strizza, stringe e mostra il più possibile. Io le ripetevo che non essendo Belen non avevo bisogno di farmi paparazzare in situazioni imbarazzanti nel bel mezzo di una spiaggia romagnola, ma lei non era affatto convinta.

Insomma, alla fine ce l'ho fatta. Ho preso il mio dannatissimo bikini a tempo determinato, ho pagato quei dannatissimi 45 euro e ho salutato quella dannatissima commessa-perversa che, anche mentre mi consegnava lo scontrino, ha provato a convincermi: "Scicura scicura che non vuoi la quarta?". 

Guarda, se aspetti qualche mese finisco l'allattamento e ti giuro che torno, con le mie belle orecchie da cocker, e ti compro anche la sceconda se vuoi!

4 commenti:

  1. Ah ah ah!! Cose che capitano anche a donne che non stanno allattando. Nel mio piccolo (molto più piccolo), dopo scansione della commessa e deboli proteste da parte mia, entro nel camerino con una seconda. Lo indosso e poi aspetto l'immancabile urletto "come va?", al quale rispondo "mmm, non saprei, può aiutarmi?" Lascio che si affacci e le mostro soddisfatta la ciccia strabordante. Senza dire una parola mi porta una taglia in più. Poi rifletto sull'espressione "falsa magra" e di colpo non mi sento più tanto soddisfatta.
    Ci vediamo presto!!!
    Miriam

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  2. http://d.repubblica.it/argomenti/2012/06/15/news/maggiorata_libro_simona_siri-1088315/

    Simo!!sono ale t. vedi un po' questo link...io sto per andarmi a comprare il libro!!baci a te e alla piccina

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    Risposte
    1. L'ho visto, l'ho visto! Devo assolutamente leggerlo!

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