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lunedì 11 giugno 2012

Ci ho dato un taglio

Ogni donna ha il suo parrucchiere di fiducia. Io ho Ennio. Ennio, che si fa chiamare Enniostilista (tuttoattaccato) e ha un salone in quel di Rimini. Ok, non è esattamente dietro l'angolo, ma quelle 4 ore di viaggio le vale tutte. No non mi sono ammattita, non vado fino a Rimini solo per farmi i capelli. In realtà la famiglia di Marito ha una casa al mare e ogni tanto, complice il fatto che entrambi possiamo lavorare dove ci pare (ci bastano un telefono e una connessione internet), passiamo una settimana di lavorax (= lavoro+relax) al mare. E io ne approfitto per fiondarmi da Ennio.

Ennio non è un parrucchiere, è uno stilista, come ama sottolineare. Lui non ti taglia i capelli, te li firma. Ennio costa caro, ma un suo taglio ti dura il triplo di qualsiasi taglio "classico". Ennio adora esibirmi. Quando arrivo mi prende di forza e mi presenta a ogni sua cliente costringendomi a dirle da dove vengo. "La vedi questa ragazza? Lei viene da Milano apposta per farsi tagliare i capelli da me! E tu che ti lamenti dei 20km che hai fatto per arrivare oggi... Lei viene da Milano capito? Diglielo Simona, da dove vieni! Da Mi-la-no! Lei non si fa tagliare i capelli da nessun altro. Lo vedi che capelli lunghi e orribili che ha ora? Ecco, è perché non se li fa toccare da nessuno da un anno: aspettava solo me!". Ecc ecc. Ennio probabilmente non lo sa che io non vengo proprio apposta apposta solo per lui, ma va bene così.

Ennio, come tutti i parrucchieri, non si fa problemi a dirti che hai una testa che fa pena. Questa volta per fortuna avevo la scusa della gnoma: "Sai com'è, Ennio... da quando è nata non ho dedicato molte attenzioni ai miei capelli" gli ho detto appena ha sgranato gli occhi davanti alla mia chioma bi-color. Ennio è bravo, ma ti usa. Non gli interessa cosa vuoi, quando sei nelle sue mani, i capelli non ti appartengono più. Quando mi sono seduta davanti allo specchio, lui mi è apparso alle spalle, mi ha preso la coda e... l'ha tagliata. "So già cosa farti" mi ha annunciato mentre io mi chiedevo come avrebbe reagito una cliente venuta solo per una "spuntatina". Per fortuna che avevo già in mente di tornare al corto.

Ennio ha un grande salone circolare sempre pieno di clienti e di assistenti, ma solo lui può usare le Sacre Forbici. Le sue schiave possono limitarsi a lavare e asciugare i capelli alle clienti e, quando Ennio taglia, si raggruppano intorno a lui osservando in religioso silenzio l'artista all'opera e applaudendo entusiaste all'ultimo colpo di forbice.

Ennio ti taglia i capelli in tre round. Il primo round è il più impressionante. Capelli lavati e ancora bagnati, ti ritrovi con lui che taglia apparentemente a casaccio grandi ciocche sparse. I capelli cadono a kg sul pavimento e tu, preoccupatissima, ti limiti a sorridere educatamente pregando il tuo Dio di non aver fatto una cazzata. Poi Ennio ti molla lì, con i capelli tagliati a metà, e se ne va. Una delle sue schiave si appresta a "eliminare le prove" pulendo tutto intorno e tu guardi tremante il tuo parrucchiere che si fionda su un'altra cliente. Sono minuti interminabili quelli che seguono: incerta, ti tocchi i capelli chiedendoti se lo stile punk tornerà mai di moda perché se così non fosse dovresti trasferirti a Londra per riuscire di nuovo a confonderti tra la folla.

Per fortuna poi arriva il secondo round. Ennio ti ricompare alle spalle e ricomincia a "creare". Alla fine del secondo round finalmente la tua chioma ha un senso. Mentre il Maestro si ri-allontana per lavorare su un'altra cliente, una schiava ti asciuga e mette in piega i capelli. Soddisfatta e sfinita, se è la prima volta che vai da Ennio a fine piega ti alzi e ti dirigi verso la cassa. Lui allora ti si avvicina minaccioso e ti chiede "Dove diavolo vai?!". Poi ti prende per un braccio, ti fa indossare di nuovo la mantellina e ricomincia a tagliare. Il taglio "da asciutta" è il suo tocco finale. E può durare ore!

Ennio è un amore con le clienti, ma le sue schiave non sono altrettanto fortunate. Ieri, per esempio, il Maestro ha chiesto a una sua schiava di avvicinarsi. "Devo asciugarle i capelli?" ha chiesto lei timorosa indicandomi. "Un pò sì e un pò no" ha risposto lui, allontanandosi. La poveretta mi ha fissato in panico, chiedendomi cosa significasse secondo me "un pò sì e un pò no".
In effetti l'indicazione era leggermente criptica. Doveva forse asciugarmi un capello sì e uno no? La metà destra della testa sì e quella sinistra no? Confusa e tremante, la schiava ha osato disturbare il Maestro chiedendogli di illuminarla e lui, sbuffando, ha esclamato "Oggi proprio non mi capite", tornando poi a tagliare i capelli a un'altra cliente. La ragazza, ancora più confusa, è rimasta senza una risposta e ancora adesso, secondo me, vaga per le strade di Rimini come una pazza chiedendo ai passanti "Cosa diavolo significa un pò sì un pò no?! Cosa? COSA?!".

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